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Fare affari in Italia

L’Italia si conferma come uno dei principali attori del commercio internazionale, grazie alla solidità del proprio sistema produttivo, alla qualità delle sue imprese e ad una spiccata capacità di adattamento ai nuovi scenari internazionali. Inoltre, si propone non solo come partner commerciale affidabile, ma anche come destinazione strategica per gli investimenti esteri, grazie alla sua posizione geografica centrale, al capitale umano qualificato e a un ecosistema imprenditoriale solido e proiettato verso il futuro.

La rete imprenditoriale italiana risulta essere dinamica e diffusa. Particolarmente competitivi si rivelano i settori del lusso, della moda, della meccanica di precisione, della farmaceutica e dell’agroalimentare, nei quali molte aziende esportano fino al 70% della propria produzione, affermandosi come ambasciatrici del Made in Italy nel mondo.

L’export italiano si rivolge principalmente ai mercati consolidati di Europa e Stati Uniti, ma negli ultimi anni ha saputo espandersi con successo anche verso mercati emergenti quali Messico, Brasile, Colombia, Turchia, Serbia, Egitto, Marocco, Sudafrica, India, Cina, Vietnam e Singapore. Questi Paesi rappresentano attualmente un valore di 80 miliardi di euro per le esportazioni italiane, con una prospettiva di crescita che potrebbe portare tale cifra a 95 miliardi entro il 2027, grazie agli investimenti in settori ad alto potenziale come meccanica, energia e infrastrutture, ambiti in cui l’Italia possiede know-how e competenze riconosciute a livello internazionale.

La flessibilità è una qualità distintiva delle imprese italiane. La capacità di adattarsi rapidamente alle esigenze dei clienti, di personalizzare l’offerta e di innovare costantemente rappresenta un vantaggio competitivo che ha permesso all’Italia di consolidare la propria presenza sui mercati globali anche in contesti economici in continua evoluzione.

Secondo l’ultimo studio redatto da Confindustria, a marzo 2025, la crescita economica italiana, nel periodo 2018-2023, ha visto un incremento annuo del PIL pari a +1.0%, superando la crescita della Germania (+0.3%), principale potenza economica in Europa. Gli investimenti produttivi sono aumentati del 17,8% dal 2019 al 2024, mentre le esportazioni, cresciute del 45% dal 2015 al 2024, posizionano oggi l’Italia al secondo posto tra i paesi UE per export manifatturiero e al quarto posto su scala mondiale per il numero di prodotti in cui è il principale esportatore. Inoltre, l’Italia è la seconda in Europa per produttività oraria nel settore manifatturiero.

Il mercato del lavoro italiano, grazie a riforme mirate ad incentivare l’occupazione stabile, è in netto miglioramento: nel periodo 2012-2023, il tasso di attività è aumentato del 3.7%, mentre il tasso di occupazione è cresciuto del 5.4%. Dal 2007 al 2022, le imprese hanno incrementato il proprio capitale del 12.8% e ridotto il ricorso al debito bancario dal 19.5% al 13.2%, diventando così più solide e meno indebitate. Le finanze pubbliche italiane, secondo lo studio, risultano essere più stabili rispetto alla percezione esterna: il debito pubblico è aumentato di solo 1,2% nel periodo 2019-2023 e detenuto nel 70% da investitori locali. Infine, nonostante il Covid e lo scoppio della guerra in Ucraina, l’Italia è riuscita a mantenere un controllo più rigoroso delle proprie finanze rispetto ad altri Paesi UE.